Riciclo meccanico e chimico: le differenze e un’alternativa che cambia le regole

Da materiale quasi perfetto perché leggero, economico e versatile a problema di livello mondiale: la triste parabola della plastica è al centro dell’attenzione per la quasi totalità delle industrie, che si stanno impegnando a cercare delle alternative non derivate dal petrolio per prodotti e imballaggi.

Tuttavia al momento polipropilene, polietilene e gli altri polimeri plastici sono una realtà ancora ben presente e diffusa in tutto il mondo. Per questo la ricerca continua ad impegnarsi per trovare modalità ecologiche ed economiche di riciclo.

Abbiamo già parlato di bioplastiche, cioè alternative a base organica che possono essere smaltite facilmente, ma quali sono invece le strade attualmente più battute per dare nuova vita alla plastica non bio?

Riciclo meccanico: più economico, anche se…

Probabilmente è la prima idea che ci viene in mente quando pensiamo al riciclo. Infatti può sembrare anche la più semplice ed economica da mettere in atto, in quanto essenzialmente il riciclo meccanico della plastica consiste nella raccolta dei rifiuti, che poi devono essere macinati e lavati prima di essere nuovamente fusi per “rinascere” in un nuovo prodotto.

Quali sono i limiti di questo sistema? Purtroppo il limite principale è la qualità dei prodotti che vengono inviati al riciclo, che spesso sono troppo sporchi o impuri per venire riconvertiti in un materiale adatto all’uso. In particolare, se abbiamo bisogno di creare dei pack per alimenti, gli standard di qualità richiesti per la plastica sono giustamente elevati, e oggi è difficile che la percentuale di riciclato che li rispetta superi il 30% del totale.

Riciclo chimico: una strada tutta da esplorare

Come dice il suo stesso nome, l’approccio di questo tipo di riciclo è legato alla composizione del materiale: i polimeri infatti vengono scomposti per poi creare dei nuovi prodotti, dando vita a materiali di qualità adeguata anche per l’industria alimentare.

Il riciclo chimico ha già attirato l’attenzione di molte aziende ma è ancora presto per fare un bilancio complessivo delle sue prestazioni: tuttavia, il fatto che l’industria richieda sempre più imballaggi riciclati può essere una spinta importante alla velocizzazione della burocrazia e allo studio di soluzioni sempre nuove.

Le soluzioni bio: l’alternativa rinnovabile

Le bioplastiche, oltre alla facilità di smaltimento che abbiamo citato, hanno un altro pro: non derivano da combustibili fossili ma da risorse rinnovabili, e questo le rende un prodotto ancora più virtuoso. In Vico Etichette uno dei materiali che proponiamo è il Forest Film, derivato dalla polpa di legno, grazie al quale si possono realizzare prodotti 100% bio-based. Si tratta di una possibilità adatta a packaging sostenibili, cioè che possano essere smaltiti in una maniera compatibile con lo smaltimento della stessa etichetta. Un progetto di imballaggio sostenibile, infatti, deve non solo essere composto da materiali green ma anche tenere conto delle modalità di riciclaggio di ciascun materiale.

Lavori con plastiche derivate dal petrolio ma vorresti ridurre il tuo impatto ambientale? Facilitare il riciclo della plastica è un passo importante, che si può avviare anche attraverso la scelta della giusta etichetta. Chiamaci per sapere quali soluzioni possiamo trovare per te!

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Fabrizio BonaccorsoFabrizio Bonaccorso CEO

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