Riusa, ricicla, composta: come dare una seconda vita al tuo packaging
Dare una seconda vita al packaging significa rivoluzionare il concetto che finora ha dominato le trattative di compra – vendita: il consumo.
Oggi, il mondo non può permettersi di continuare a sprecare materiali. È tempo di pensare ai prodotti al di là del loro utilizzo.
L’innovazione tecnologica consente di progettare etichette e soluzioni di imballaggio che rispettino appieno il pianeta: è il momento che i brand riducano il consumo di risorse naturali, andando verso un’economia circolare e rigenerativa (tra l’altro in accordo con le recenti esigenze dei consumatori).
Le soluzioni che ti consentono di utilizzare meno risorse naturali, ridurre le emissioni di carbonio, ridurre gli sprechi e passare a un’economia circolare, dopotutto, non sono poche.
Queste soluzioni non solo migliorano l’impatto ambientale degli imballaggi, ma potenziano le tue credenziali di sostenibilità senza sacrificare la produzione e, in molti casi, senza pagare di più.
Il riciclo del PET
Ormai, il PET riciclato è diventato un indiscusso protagonista quando si parla di imballaggi in plastica.
Il PET (polietilene tereftalato), infatti, è una resina termoplastica adatta anche contatto alimentare, che non perde le sue proprietà fondamentali durante il processo di recupero e la si può così trasformare ripetutamente per la realizzazione di nuove bottiglie o tantissimi altri prodotti o oggetti.
Gli imballaggi di PET rispettano anche le severe condizioni igieniche imposte in ambito alimentare, cosmetico e farmacologico.
Tuttavia, affinché un pacco in PET possa essere riciclato, la sua etichetta deve essere compatibile con le apparecchiature di smistamento e in grado di staccarsi correttamente durante il lavaggio di riciclaggio.
È necessario quindi usare materiali che garantiscano che sia l’etichetta che il relativo adesivo si stacchino in modo pulito. Con questo procedimento, infatti, gli imballaggi diventano rPET e possono essere tranquillamente riutilizzati, senza ricorrere all’inceneritore.
Il riciclo dell’HDPE
Anche l’HDPE, ovvero high-density polyethylene, è un materiale particolarmente performante per il packaging. È tendenzialmente opaco, con caratteristiche meccaniche estremamente interessanti: resiste bene alla trazione, alle alte temperature (anche a più di 110 – 120 °C) e alla maggior parte dei solventi.
Grazie alla sua robustezza, l’HDPE è adatto agli gli usi più svariati, dai liquidi alimentari fino ai rifiuti pericolosi: l’HDPE è il materiale che dà la maggiore sicurezza di mantenere ben sigillato e protetto il proprio contenuto.
Inoltre, anche il riciclo è di facile gestione. Infatti, le proprietà meccaniche del materiale riciclato sono simili a quelle del polimero vergine, anche se sono presenti residui (pigmenti o additivi) derivanti dal precedente utilizzo che ne possono condizionarne la qualità.
Esistono numerose applicazioni per l’HDPE da riciclo: oggi le tecnologie di selezione e riciclo garantiscono un elevato grado di riciclabilità degli imballaggi in HDPE.
Ovviamente, è compito dell’etichettificio evitare che subentrino elementi accessori che complicano il processo di riciclo. Per questo, un etichettificio competente, è in grado di utilizzare materiali che non precludono o interrompono il normale processo di riciclo.
Etichette wash-off
Attualmente, sono gli imballaggi monouso che contribuiscono a produrre rifiuti e inquinamento.
Sempre più consumatori, infatti, stanno evitando di acquistare prodotti con questo tipo di imballaggi ed etichette e le autorità europee stanno cercando di eliminarli dal mercato.
Fortunatamente, le nuove tecnologie permettono di scovare tecniche e materiali che siano vincenti ed eco-friendly, come le etichette wash-off.
Queste etichette presentano particolari caratteristiche che rendono il loro uso e smaltimento più semplice e in linea con gli obiettivi green del mercato.
Infatti, la composizione in carta delle etichette wash-off contribuisce al ciclo del riciclo. La facilità di rimozione sotto l’acqua degli adesivi rende semplice il lavaggio e lo smaltimento degli oggetti da cui sono stati rimossi, riducendo lo spreco d’acqua e l’uso di sostanze chimiche.
Inoltre, hanno anche altri benefici: resistenza all’umidità (anche in acqua gelida); resistenza ai raggi solari, senza alcun pericolo di scoloramento; ottima adesività della colla e dell’inchiostro, che evita contaminazioni; aspetto elegante e di tendenza a un costo inferiore rispetto alla stampa diretta sulla superficie.
Oltre, quindi, a fornire vantaggi all’azienda che sceglie la soluzione delle wash-off – in quanto etichette resistenti e contemporaneamente facilmente rimovibili senza lasciare tracce – questa soluzione riduce lo spreco di energia e la dispersione di sostanze nocive, utilizzate in genere per lavare via le etichette.
Nuovi materiali compostabili per il packaging
Per un’etichetta che non impedisca il compostaggio e renda più facile lo smaltimento dei prodotti confezionati oggi puoi optare per nuovi materiali compostabili.
Questi materiali (come alcune specifiche tipologie di carta) sono compostabili in condizioni industriali e soddisfano tutte le normative nazionali e locali, ma si comportano allo stesso modo delle etichette non compostabili.
Il cosiddetto compost, infatti, è il risultato delle decomposizione, accelerata e controllata dall’uomo, di sostanze organiche. Vanno a comporre il compost scarti organici delle preparazioni alimentari, fondi di caffè, gusci d’uovo, cenere, resti di frutta e verdura.
Questi scarti possono essere utilizzati sia per produrre etichette, sia per produrre adesivi altamente performanti. Oltre ad aiutare l’ambiente, i brand che fanno affidamento su questa tipologia di packaging ne guadagnano in visibilità.
La sostenibilità del packaging, dunque, è una questione molto articolata e sempre più attuale, che non può limitarsi a considerazioni di carattere ambientale.
Richiede a tutti gli attori della filiera, dagli etichettifici ai produttori ai consumatori di riflettere in maniera congiunta anche sul valore sociale che il prodotto e il suo imballaggio possono generare.
Ormai la strada green è stata imboccata, non sarà possibile tornare indietro. Meglio essere pronti al cambiamento, che è già in atto non concederà molto tempo d’adattamento.
Le tue vecchie etichette, che non possono essere né riciclate né riutilizzate non sono più adatte, né per il tuo brand, né per l’ambiente.
Ecco perché Vico Etichette, che da anni ha sposato la causa dell’ecosostenibilità, ha creato il programma Green LABEL LAB®: un sistema unico sul mercato che consente di trovare sempre la soluzione ideale, anche per le esigenze di sostenibilità più particolari.
Attraverso un processo ben definito, consulenze specializzate e studio del prodotto, Vico Etichette è in grado di garantire qualità, proattività e soluzioni innovative.
Per sapere di più
Fabrizio Bonaccorso CEO