Packaging farmaceutico: come personalizzare i brand, rispettando le norme
Il packaging del settore farmaceutico ha un obiettivo imprescindibile: tutelare l’integrità dei farmaci e salvaguardare la salute dell’utente.
Per questo, è soggetto a norme rigidissime. Rispetto ad altri tipi di packaging, quello farmaceutico è un prodotto con cui è facile entrare in contatto: confezioni di medicine, vasetti di vetro, blister, bottiglie, contenitori per soluzioni iniettabili, cartoncini, foglietti illustrativi.
Per questo settore, le modalità di confezionamento sono molto complesse, poiché non soltanto bisogna fare attenzione ai materiali utilizzati, ma anche serializzare i farmaci nel modo corretto, per evitare contraffazioni.
Inoltre, così come per qualsiasi altra industria, anche il settore farmaceutico richiede una certa personalizzazione del packaging per distinguere il proprio brand dai competitor.
Date queste premesse, è bene tener presente che il packaging farmaceutico viene suddiviso in tre grandi categorie, tutte ugualmente importanti:
- Packaging primario, che custodisce e protegge farmaci e parafarmaci con cui entra direttamente in contatto (come i blister).
- Packaging secondario: è la confezione di quello primario, quindi la scatola che contiene i blister. Il cartoncino deve necessariamente contenere alcune informazioni di base, ma può anche essere personalizzato.
- Packaging terziario, cioè lo scatolone che contiene le diverse confezioni di medicinali e parafarmaci Serve per gli ordini, il trasporto e, soprattutto, per identificare i medicinali rispetto ad altri tipi di merce, in modo tale che non si verifichi confusione.
Packaging farmaceutico: le regole
Il packaging farmaceutico deve assicurare che i farmaci si mantengano integri e tutelare l’utente che li assumerà. Infatti, è di vitale importanza apporre sempre:
- Dei sigilli anticontraffazione, per accertare che il prodotto non sia stato manipolato in precedenza;
- Delle informazioni chiare e leggibili, con font adatto, per rendere immediatamente fruibili gli ingredienti di composizione, la data di scadenza e i diversi codici;
- Delle informazioni in braille per i non vedenti.
È evidente, che la normativa per il packaging farmaceutico sia molto puntuale ed esaustiva. Importantissima, infatti, è la Direttiva Europea 2011/62/EU, per regolamentare la distribuzione.
I medicinali soggetti a prescrizione, quelli della filiera, devono garantire:
- Autenticazione del prodotto: verifica l’autenticità valutando i dispositivi palesi, nascosti o forensi;
- Identificazione del prodotto: identificare le singole confezioni;
- Integrità del prodotto: verificare se l’imballo esterno è stato manomesso.
Per i medicinali non soggetti a prescrizione medica, le singole confezioni devono essere identificabili.
Inoltre, la normativa è stata recentemente integrata con nuove norme GMP, che indicano le Buone Prassi di Fabbricazione del packaging, tra cui:
- la norma è la UNI EN ISO 15378: 2018, introdotta per ribadire l’importanza della riduzione di qualsiasi fattore di rischio;
- ISO 10993 e 3826 e test tossicologici.
Infatti, il packaging farmaceutico va selezionato con grande cura, in base alla conservazione del farmaco e al tipo di stato nel quale si trova: liquido, solido o misto.
Una volta scelto il primo confezionamento, il packaging secondario può essere parzialmente personalizzato (font, colori e grafiche possono rimandare immediatamente a una casa farmaceutica), per distinguere la casa madre.
Infatti, solitamente è proprio il packaging secondario ad essere sopposto a strategie di marketing. La personalizzazione dell’etichetta, infatti, diventa un valore fondamentale quando si parla di vendita, soprattutto in un settore così soggetto a regolamentazioni e restrizioni.
Come distinguere i brand farmaceutici
Il settore farmaceutico è un business in costante crescita. Così come qualsiasi altra azienda, anche le case farmaceutiche sono competitive e concorrenziali. Basti pensare a quanti prodotti per l’healthy e la beauty care vengono lanciati sul mercato ogni anno.
In farmacia, è facile trovare sullo stesso scaffale, la stessa tipologia di merce, ma prodotta da marchi differenti. Soprattutto quando non si tratta di farmaci fondamentali per la salute, l’utente sceglierà quello esteticamente più bello, proprio come avviene in qualsiasi altro settore.
Dunque, l’etichettificio non soltanto deve rispettare tutti obblighi previsti per il packaging secondario,
ma deve anche saper gestire le richieste della casa farmaceutica e personalizzare, laddove (e fin dove) possibile.
Un etichettificio professionale e competente è perfettamente in grado sia di rispettare le norme, sia di rendere quel prodotto distinguibile e riconoscibile.
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Fabrizio Bonaccorso CEO