La nuova sfida della sostenibilità: il packaging monomateriale flessibile

Il packaging flessibile è una tendenza che più si stanno consolidando negli ultimi anni: conveniente, efficiente, perfetto per preservare e proteggere i prodotti (soprattutto nella filiera del food ma anche molto altro). Vediamo come questa tendenza si concilia con la sostenibilità.

Il packaging flessibile: perché piace!

Il packaging flessibile non è una novità, ma si è andato negli anni via via sempre più affermando, tanto che ad oggi il 37% del volume totale dei formati di packaging in Europa è flessibile. Una percentuale notevole, che diventa schiacciante se consideriamo solo il settore food: bel l’88% del packaging è flessibile.

Le motivazioni sono quasi banali: l’imballaggio flessibile è infatti più conveniente, più efficiente e meno costoso da spedire ed ha una funzionalità molto alta. Gli imballaggi flessibili in plastica sono progettati per minimizzare l’utilizzo dei materiali, sono generalmente prodotti sfruttando meno risorse rispetto agli imballaggi in plastica rigidi e aiutano a ridurre gli sprechi alimentari.

La sfida della sostenibilità per gli imballaggi flessibili

Tuttavia l’imballaggio flessibile non è un prodotto sempre semplice da smaltire in termini di sostenibilità. Il riciclo infatti non è sempre ottimamente regolamentato e i governi europei preferiscono dare la priorità agli imballaggi di plastica rigidi. Senza contare che molto spesso il packaging flessibile viene a contatto più facilmente con i cibi, compromettendone così la riciclabilità.

Per ultimo gli imballaggi flessibili sono composti da multipli strati di materiali che non sono sempre semplici da separare e avviare a differenti linee di riciclo.

La strada del monomateriale

Proprio perché gli imballaggi flessibili multimateriali sono più difficili da riciclare, la via per aumentare la riciclabilità di questo tipo di packaging è quella di puntare su prodotti realizzati in monomateriale, solitamente polietilene o polipropilene.

In questo modo l’imballaggio ha una probabilità, calcolata fino all’80%, di poter “finire” nel sistema di riciclo, e di non essere invece scartato.

Anche le etichette ovviamente devono fare la loro parte: devono infatti, coerentemente con la tipologia di materiale dell’imballaggio, essere prodotte dello stesso materiale, in modo da evitare la possibilità dello scarto in fase di riciclo.

Studiare l’imballaggio del proprio prodotto nel suo insieme

Una scelta di un imballaggio flessibile piuttosto che rigido non pregiudica quindi la riciclabilità e la sostenibilità dello stesso, così come non è vero il contrario. È invece necessario fare sempre prima una valutazione corretta di tutti gli aspetti che concorrono alla realizzazione del packaging di un prodotto. Tutti i materiali dovrebbero essere testati, a partire dalla confezione, per passare all’etichetta e per finire ad inchiostri e adesivi, in modo da definire correttamente la resistenza, la composizione visiva, la sostenibilità e molto altro.

Vico Etichette fa proprio questo: individua insieme al cliente obiettivi ed esigenze del packaging e dell’etichetta, in modo da poter fornire la giusta soluzione, nel budget, e individuando anche la scelta più sostenibile e green.

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Fabrizio BonaccorsoFabrizio Bonaccorso CEO

etichette eco-friendly

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