Un riciclo virtuoso: gli imballaggi in HDPE
Quando c’è da scegliere un packaging per un prodotto, la prima opzione da valutare riguarda l’individuazione del materiale e della tipologia di imballaggio più adatta alle caratteristiche del prodotto da contenere.
Rispetto alle funzioni che l’imballaggio dovrà assolvere, la scelta dei materiali è fondamentale, sia per la progettazione stessa del packaging, sia per le prestazione, le modalità produttive e le possibilità di riciclo.
Bisogna considerare, infatti, che i materiali con cui gli imballaggi vengono realizzati condizionano anche le sensazioni visive e tattili dell’utente finale. Pertanto, c’è da considerare non solo gli aspetti esclusivamente funzionali, ma anche agli aspetti tattili, visivi e sensoriali che si possono accompagnare alla scelta del materiale.
Lo ripetiamo spesso: il packaging perfetto, così come l’etichetta perfetta, è quello che riesce a trovare il connubio tra funzionalità ed estetica.
Tuttavia, per rientrare nell’ottica dell’economia sostenibile, quando si sceglie un materiale per una determinata tipologia di imballaggio, è necessario pensare anche al fine vita dell’imballaggio, cioè a quando diventa rifiuto.
Di conseguenza, considerare le caratteristiche dei materiali e il riciclo delle diverse combinazioni possibili tra materiali plastici e tipologie di imballaggio, è un primo passo per sviluppare nuove soluzioni di imballaggi facilmente riciclabili.
Dunque, per poter progettare un packaging senza compromettere la riciclabilità, è fondamentale sceglier il giusto abbinamento tra materiale e tipologia di imballaggio.
Classificazione materie plastiche
Le materie plastiche sono classificate in base a un sistema di identificazione sviluppato dalla Society of the Plastics Industry (SPI) nel 1988 e ripreso a livello europeo nella Decisione della Commissione 97/129/ CE.
La classificazione è utilizzata per l’individuazione del materiale ai fini del riciclo e prevede una codifica dei polimeri più diffusi, contrassegnati con abbreviazioni e numerazioni dall’1 al 6, mentre il numero 7 è riferito genericamente a tutti gli altri tipi di materie plastiche.
Bisogna precisare che la Decisione della Commissione 97/129/CE non prescrive l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi, che resta a livello volontario.
Tuttavia, se l’azienda intende adottare etichettature ambientali che attestino di quale materiale è composto l’imballaggio, se è riciclabile e/o l’eventuale contenuto di riciclato, il riferimento alla normativa vigente è d’obbligo.
Il sistema di identificazione, definito nella Decisione 97/129/ CE, permette di comprendere e contestualizzare quale tipologia di materiale è più performante in base alla tipologia di imballaggio.
Il PET, polietilene tereftalato, con codice identificativo 1, è tra i materiale attualmente più utilizzati, tuttavia, esiste anche un altro polietilene, ad alta densità, particolarmente performante: L’HDPE
HDPE: Polietilene ad alta densità
Tradizionalmente, gli imballaggi in plastica sono stati progettati pensando alla funzionalità e al marchio, mentre la gestione del fine vita è stata completamente ignorata.
Oggi, andando avanti nella transizione verso un’economia circolare, il riciclaggio rappresenta una misura essenziale per la vita circolare degli imballaggi.
Dunque, l’intero processo produttivo deve tener conto della fine vita di un etichetta o di un imballaggio, non soltanto utilizzando materiali appropriati, ma anche inchiostri, stampe e colle adeguate: considerare il processo produttivo in toto è il motore per migliorare i tassi di riciclaggio, la qualità e la quantità del riciclaggio della plastica.
Tuttavia, è indubbio che esistano materiali più performanti di altri, come il polietilene ad alta densità, comunemente chiamato HDPE. L’HDPE è adatto a numerose tipologie di imballaggio, poiché è composto da resina termoplastica della famiglia delle poliolefine, ottenuta dalla polimerizzazione dell’etilene.
Infatti, l’HDPE è un polimero dall’elevata resistenza meccanica, con buona rigidità e barriera all’umidità e agli agenti chimici. Opaco, inodore e atossico, viene comunemente lavorato per stampaggio ad iniezione, estrusione e soffiaggio.
Dunque, grazie alle sue caratteristiche di resistenza e rigidità è particolarmente adatto per essere utilizzato nella produzione di flaconi, barattoli e contenitori rigidi per alimenti, detergenti e agenti chimici.
Inoltre viene utilizzato per la produzione di casse, tappi, fusti, articoli tecnici, casalinghi, giocattoli e componenti per l’arredo.
È un materiale di larga diffusione e per le caratteristiche intrinseche può essere utilizzato per un gran quantitativo di imballaggi, compreso il settore farmaceutico e alimentare, maggiormente soggetti a restrizioni.
Anche il riciclo è di facile gestione. Infatti, le proprietà meccaniche del materiale riciclato sono simili a quelle del polimero vergine, anche se spesso sono presenti residui (pigmenti o additivi) derivanti dal precedente utilizzo che ne possono condizionare la qualità.
Esistono numerose applicazioni per l’HDPE da riciclo: oggi le tecnologie di selezione e riciclo garantiscono un elevato grado di riciclabilità degli imballaggi in HDPE (ovviamente, è compito dell’etichettificio evitare che subentrino elementi accessori che complicano il processo di riciclo).
In particolare, i flaconi in HDPE, largamente utilizzati per alimenti e prodotti per la cura della casa e della persona, per le loro caratteristiche, sono tra gli imballaggi più facili da selezionare e riciclare.
Vico Etichette, per il quale l’attenzione alle tematiche ambientali è un must, è piuttosto accorto nella scelta dei materiali da utilizzare per tipologia di imballaggio.
Inoltre, prestiamo cura a ogni fase della lavorazione, utilizzando componenti che non incidono sul ciclo di fine vita del prodotto.
Oggigiorno, un brand che dimostra di essere realmente sostenibile ottiene benefici maggiori e miglior visibilità sul mercato.
Ecco perché Vico Etichette ha creato il programma Green LABEL LAB®: un sistema unico sul mercato che consente di trovare sempre la soluzione ideale, anche per le esigenze di sostenibilità più particolari.
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Fabrizio Bonaccorso CEO