Food packaging: quali norme per la sicurezza alimentare dovrebbe rispettare la tua confezione?
Sono sempre più numerose e di conseguenza restrittive le norme da rispettare per la realizzazione del packaging di diversi prodotti. Tra tutti i settori produttivi, sicuramente l’alimentare è quello che viene sottoposto a regole più rigide.
Solo con un’attenta e puntuale regolamentazione, infatti, è possibile garantire per tutti i prodotti:
- una conservazione adeguata;
- l’assenza di contatto con componenti pericolosi per la salute;
- l’impossibilità di alterare gusto, odore e composizione degli alimenti.
Le indicazioni degli organi competenti possono variare da Paese a Paese ed essere più o meno stringenti. Quali sono le principali normative in vigore in Italia per il packaging alimentare? Vediamole assieme.
Il Regolamento 2023/2006 dell’Unione Europea sulle buone pratiche di fabbricazione (GMP)
Questa normativa è stata emessa il 22 dicembre 2006 e indica le regole da seguire per produrre packaging adeguati a venire a contatto con gli alimenti. La norma abbraccia argomenti diversi, e indica anche in quali casi sia possibile utilizzare materiali riciclati per il packaging alimentare. Ci sono infatti alcuni marchi anche molto famosi dell’industria del cibo che si stanno adoperando già da anni per utilizzare, ad esempio, solo plastica riciclata nelle loro confezioni e mirano a raggiungere presto questo obiettivo.
Le linee guida per il Regolamento CE 2023/2006 vengono aggiornate e pubblicate periodicamente nell’ambito del Progetto CAST, che sta per Contatto Alimentare Sicurezza e Tecnologia: nato nel 2007, questo progetto vuole migliorare l’applicazione pratica delle normative relative alla sicurezza alimentare, con un focus sui Materiali e Oggetti in Contatto con Alimenti, detti MOCA. E vuole anche trovare delle metodologie e soluzioni tecniche condivise tra i diversi stakeholder della filiera alimentare, come produttori ed enti pubblici, a vantaggio dei consumatori.
Inchiostri in sicurezza
Sono previste sanzioni fino a 60.000€ nel caso in cui gli inchiostri utilizzati per la confezione modifichino la composizione degli alimenti: è quanto sancisce il regolamento CE 1935/2004, che nel 2017 è stato integrato appunto con una specifica sulle sanzioni.
Meglio quindi controllare attentamente le liste dei componenti degli inchiostri alimentari considerati sicuri, come ad esempio quella denominata “Swiss List”. Esiste anche un ente indipendente, l’European Print Inks Association, che si occupa di elaborare ed aggiornare delle buone pratiche relative alla fabbricazione degli inchiostri da stampa che possono entrare in contatto con gli alimenti, in modo da consentire ai produttori di alimenti di verificare che l’inchiostro utilizzato nelle loro confezioni sia conforme. Anche se va sempre tenuto conto dell’applicazione dell’inchiostro: un “colore” adeguato in alcuni casi potrebbe essere inadatto ad altri.
Ma non è finita qui: nel caso in cui gli inchiostri risultino pericolosi per la salute delle persone, è possibile andare incontro a condanne penali che arrivano anche a quattro anni di carcere. Per questo deve essere nominato dalle aziende un operatore commerciale responsabile di notificare la composizione dei materiali a contatto con gli alimenti alle autorità di competenza (e anche in questo caso la mancata nomina può causare un’ammenda fino a 9.000€).
E se il tuo packaging deve essere compostabile?
Nel caso di una confezione pensata per essere conferita nel compost o tra i rifiuti organici, la situazione si fa ancora più complessa. Entra infatti in gioco la norma tecnica EN 13432, dal titolo completo “Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione – Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale degli imballaggi”.
La versione in vigore nel nostro Paese è la UNI EN 13432 del 2002, che definisce tutte le caratteristiche che un imballaggio deve avere per essere considerato a tutti gli effetti biodegradabile e compostabile e se può, di conseguenza, fregiarsi del logo dell’ente certificatore. Si tratta di norme stringenti, relative alla capacità del materiale in cui è realizzato il packaging di biodegradarsi (testata con metodo standard EN 14046) e alla sua composizione, per la quale vengono analizzati la concentrazione di determinati elementi e il pH del materiale.
Attenzione però: anche se conforme alla normativa EN 13432, il packaging in questione non può essere semplicemente abbandonato nell’ambiente, ma deve essere conferito in un impianto di compostaggio industriale o al massimo, in casi specifici, nel compost casalingo.
Queste sono solo alcune delle regole da tenere in considerazione quando si vuole produrre una confezione per alimenti: per questo è necessario affidarsi a degli esperti per la realizzazione di pack ed etichette, in modo da evitare grossi problemi.
Inoltre va ricordato che, se è vero che un packaging alimentare deve ovviamente essere in primo luogo sicuro e conforme alle normative, questo non basta per conquistare la fiducia del consumatore: il pack deve anche essere curato e sorprendente nell’aspetto grafico, esprimere chiaramente i valori dell’azienda che c’è dietro al prodotto e rendere chiare e leggibili tutte le informazioni importanti per chi lo acquista.
Solo in questo modo le tue etichette e le confezioni dei tuoi prodotti siano in grado di dare una spinta in più al tuo business!
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Fabrizio Bonaccorso CEO