Come si realizza un’etichetta che resiste all’acqua
Basta davvero che un’etichetta non sia fatta di carta per essere resistente all’acqua? Purtroppo non è così: per assicurare le performance di resistenza adeguate, l’etichetta deve essere studiata nei minimi dettagli. Devi pensarla infatti come un sistema complesso, che comprende diverse variabili che devono operare in sinergia per garantirti le prestazioni di cui hai bisogno.
Che si tratti di essere apposta su un prodotto che deve essere stoccato in un ambiente umido, oppure su una confezione alimentare che va conservata in frigorifero, oppure ancora su un oggetto che può essere esposto alla pioggia, un’etichetta deve rispondere a una serie ben precisa di requisiti per essere considerata resistente all’acqua.
Oppure potresti ritrovarti con un’etichetta inservibile nel giro di pochissimo tempo…
1) Analisi dell’applicazione dell’etichetta
La tua etichetta deve resistere all’acqua oppure all’umidità? Deve essere apposta su un prodotto confezionato in una lattina di metallo o in un barattolo di vetro, oppure su una confezione realizzata in un materiale diverso? Per quanto tempo deve resistere e mantenersi leggibile e integra? Può venire a contatto con gli alimenti oppure non è pensata per questo tipo di applicazione? Deve essere immersa in acqua di mare?
Le domande da farsi prima di iniziare a progettare un’etichetta sono sempre moltissime, ma nel caso in cui vengano richieste prestazioni particolari come la resistenza all’acqua possono essere ancora più numerose. È essenziale per chi progetta la tua etichetta informarsi su dove e come dovrà essere utilizzata, se dovrà essere applicata a mano o con un’etichettatrice automatica, dove verrà conservata, quanto a lungo dovrà durare… Solo una volta definita nei dettagli la situazione sarà possibile passare alla progettazione.
2) Scelta dei materiali
Il passo successivo all’analisi è la selezione dei materiali adatti per realizzare l’etichetta resistente all’acqua.
• Per il frontale: si utilizzano principalmente materiali plastici come il polipropilene, che ha una superficie liscia e una resistenza intrinseca all’acqua. Anche Il poliestere è un’ottima scelta per realizzare etichette molto resistenti sia all’acqua che a diverse altre sollecitazioni, così come il vinile.
Ma non esiste solo la plastica! In alternativa si possono usare infatti anche carte barrierate appositamente trattate per resistere all’umidità. Per ottenere la massima resistenza all’acqua, è possibile applicare alla carta finiture protettive come laminazione o verniciatura UV.
Hai necessità di avere un’etichetta green o che possa essere smaltita assieme al packaging su cui è apposta? Informa il tuo fornitore di etichette, perché in questo caso sarà necessario scegliere materiali particolari, ad esempio smaltibili nella raccolta differenziata con il contenitore su cui sono apposte le etichette. Ma non temere: c’è sempre una soluzione per rendere più eco-friendly il tuo packaging.
• Per l’adesivo: deve essere molto resistente, per evitare che l’etichetta si stacchi a contatto con l’acqua o con l’umidità, e deve essere compatibile non solo con il materiale del frontale ma anche con il settore di utilizzo dell’etichetta. E ovviamente vanno evitati gli adesivi idrosolubili!
3) Test di resistenza dell’etichetta
Prima della produzione finale è importante realizzare dei campioni delle etichette e testarli nelle condizioni d’uso previste, per verificarne l’effettiva resistenza all’acqua. Si possono utilizzare diversi metodi, in base alle prestazioni richieste all’etichetta.
Il test dello spray, ad esempio, è un test semplice ma efficace, che consiste nell’applicare le etichette campione sui pack per poi spruzzare immediatamente acqua su di esse con un nebulizzatore. In seguito si può verificare che non si formino bolle o che l’etichetta non si stacchi.
Questo test permette di controllare la corretta applicazione dell’etichetta, verificarne la resistenza iniziale all’umidità e se necessario anche ottimizzare la configurazione dell’etichettatrice.
Per valutare la resistenza a contatti prolungati con l’acqua è anche possibile fare un test di immersione, lasciando le confezioni etichettate in acqua per diverse ore o giorni, e verificando periodicamente che non si stacchino o deteriorino.
Per etichette destinate all’uso in ambiente marino esistono poi dei test specifici per acqua di mare, che consentono anche di verificare la resistenza alla corrosione da salsedine.
La scelta del test più appropriato dipende dall’utilizzo previsto dell’etichetta. È importante simulare le condizioni reali a cui sarà sottoposta per garantirne l’efficacia e la durata nel tempo.
Seguendo questi passaggi si possono ottenere etichette in grado di resistere al contatto con l’acqua, mantenendo intatta la loro funzione informativa ed estetica anche in ambienti umidi o a diretto contatto con liquidi. Una volta superata la fase di test, è possibile passare alla produzione delle etichette senza timore di avere brutte sorprese.
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Fabrizio Bonaccorso CEO