Carta e riciclabilità: alcuni falsi miti da sfatare
Soprattutto quando si vuole per i propri prodotti un packaging o un’etichetta compostabili, si tende nella quasi totalità dei casi a scegliere delle soluzioni in carta. Ma purtroppo si corre il rischio di fare degli errori: ci sono ancora tante credenze errate molto diffuse su questo materiale, sulla sua catena di produzione e sulla sua riciclabilità.
Pensi di conoscere a fondo le caratteristiche che rendono la carta riciclabile? Ecco di seguito alcune delle convinzioni in cui è più facile imbattersi, e che non sempre sono corrette.
La carta distrugge le foreste
Al di là del fatto che al giorno d’oggi sono sempre più le materie prime (soprattutto di recupero) che vengono utilizzate per produrre la carta, questa credenza è comunque da considerare errata.
Nel mondo si considera che solo il 12% del legname proveniente dall’abbattimento delle foreste venga utilizzato per produrre carta. In realtà il peggior nemico degli alberi sembra essere la conversione delle aree boschive in terreni agricoli per coltivazioni più o meno intensive o in pascoli.
Inoltre il Rapporto Ambientale Assocarta del 2019 ha rilevato che tra il 2005 e il 2015 in Europa le foreste da cui si ricava la carta sono cresciute di un’area comparabile a quella di 1500 campi da calcio al giorno.
La carta è sempre compostabile
Purtroppo non è affatto così. Per essere considerata compostabile, e quindi in grado di biodegradarsi almeno al 90% in sei mesi, la carta deve rispettare delle regole estremamente precise riguardo alla sua composizione e ai trattamenti che ha subito.
Quindi non solo deve avere bassissime concentrazioni di metalli pesanti o azoto, fosforo, magnesio e potassio, ma non deve nemmeno essere eccessivamente impregnata di inchiostro.
Un’etichetta compostabile non può essere, di conseguenza, trattata con nobilitazioni particolari: la stampa a caldo o la verniciatura ad esempio possono compromettere irrimediabilmente la sua compostabilità.
Produrre carta riciclata richiede troppa energia e inquina
Abbiamo sempre sentito dire che quella cartiera è un’industria energivora. In effetti produrre carta, anche riciclata, richiede energia, ma non in quantità eccessive rispetto ad altri tipi di industria.
Per produrre circa 200 kg di carta, che sono pari al fabbisogno annuo di un italiano secondo Comieco, servono circa 500kWh di elettricità, vale a dire il consumo di una lampadina da 60w accesa per un anno intero. Oggi molta dell’energia necessaria all’industria della carta proviene da fonti rinnovabili e da tecnologie pulite, soprattutto per i prodotti in carta che hanno ottenuto la certificazione Ecolabel. Questo comporta una riduzione delle emissioni di anidride carbonica della filiera, e un minore impatto ambientale.
Il riciclo è fondamentale per non incentivare la deforestazione (anche se, come abbiamo visto, la carta non è la principale responsabile della sparizione delle foreste), e inoltre costa meno dell’incenerimento della carta: si calcola infatti che incenerire una tonnellata di rifiuti abbia un costo che va da 96 a 192 euro in Europa, mentre il trattamento della carta costa tra 64 e 96 euro a tonnellata. Questo senza contare l’inquinamento prodotto, che è comunque maggiore per l’incenerimento.
Non si può utilizzare solo carta riciclata
Purtroppo è vero: la fibra di cellulosa può essere riciclata fino a 7 volte, e grazie al consumo di carte vergini è possibile apportare nuove fibre che sostituiscano quelle eccessivamente rovinate e quindi non più riciclabili, per mantenere alto il livello di qualità della carta riciclata.
Quindi è necessario produrre anche carta “nuova”, oppure la resa della materia riciclata si ridurrà a causa dell’accorciamento e dell’indebolimento delle fibre.
La carta può essere utilizzata per creare etichette e progetti di packaging virtuosi e compatibili con l’idea di economia circolare. Ed è anche utilizzabile per realizzare soluzioni compostabili, a patto però di conoscere e rispettare tutte le normative di riferimento.
Come puoi essere certo che le tue etichette e le confezioni dei tuoi prodotti siano green? Devi affidarti a un partner esperto per la loro realizzazione.
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Fabrizio Bonaccorso CEO