Arrivano i pack attivi contro l’inquinamento: tre tendenze green del futuro
Riciclo, riutilizzo, upcycling… le possibilità per rendere più virtuoso lo smaltimento dei packaging e delle etichette in plastica sono in continuo aumento. Eppure lo scenario internazionale non sembra molto confortante: ci si attende nei prossimi decenni un incremento esponenziale della quantità dei rifiuti in plastica.
Cosa fare, quindi, per invertire questa tendenza? La risposta arriva dalla ricerca sui materiali, con tecnologie davvero futuristiche per rendere la plastica un nemico attivo dell’inquinamento.
L’aumento dell’impatto ambientale dell’inquinamento da plastica in Europa
Lo scenario che emerge dal rapporto dell’OCSE Global Plastics Outlook: Policy Scenarios to 2060, non è confortante: il mondo sta producendo il doppio dei rifiuti di plastica rispetto a due decenni fa. La maggior parte di essi finisce ancora oggi in discarica, incenerita o dispersa nell’ambiente.
Nel rapporto si stima che quasi due terzi dei rifiuti di plastica nel 2060 proverranno da articoli a breve durata come imballaggi, prodotti a basso costo e fast fashion. Ma non è tutto: se non vengono adottate nuove politiche in merito, ci si attende che nei prossimi decenni i rifiuti di plastica globali passino dai 353 Mt nel 2019 a 1014 Mt nel 2060.
In media, ogni europeo genera quasi 180 kg di rifiuti di imballaggio all’anno. Per questi pack vengono spesso utilizzati materiali vergini: il 40% della plastica e il 50% della carta consumate nell’UE sono utilizzati infatti per questo scopo.
Il regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (Ppwr) è stato recentemente approvato dal parlamento europeo. Le norme impongono ai Paesi UE di ridurre in particolare i rifiuti di imballaggio in plastica. E hanno come obiettivo la riduzione degli imballaggi:
- del 5% entro il 2030
- del 10% entro il 2035
- del 15% entro il 2040.
Ma per chi vuole davvero fare la differenza e lavorare in un’ottica green, nel futuro ci sono molte altre possibilità aperte dalla ricerca sui materiali. Alcune sembrano davvero fantascientifiche, eppure sono già realtà.
Tre tecnologie green che rivoluzionano i pack e le etichette
- Imballaggi in grado di catturare il carbonio.
Per mitigare gli effetti delle emissioni di anidride carbonica è possibile impedire che la CO2 venga rilasciata nell’atmosfera. Un pack realizzato con tecnologie di cattura del carbonio ha proprio questo effetto.
E si può andare addirittura oltre. Secondo il rapporto di IDTechEx sull’Utilizzo dell’anidride carbonica 2022-2042, esistono almeno tre principali processi per convertire la CO2 in polimeri: elettrochimica, conversione biologica e termocatalisi. Un’azienda californiana ha già sviluppato infatti un materiale che viene realizzato catturando le emissioni di metano e trasformandole in un polimero. Questo polimero può poi essere utilizzato per varie applicazioni, compresi gli imballaggi.
Inoltre è possibile incorporare degli additivi nei materiali di imballaggio tradizionali per facilitare la cattura dell’anidride carbonica durante la loro produzione o il loro uso. In estrema sintesi: si può produrre della plastica in grado di assorbire attivamente le emissioni!
- Imballaggi a base vegetale
Il colosso Tetra Pak è stata la prima azienda nel settore alimentare e delle bevande a produrre cartoni per il latte realizzati con polimeri al 100% di origine vegetale, originati dalla canna da zucchero e completamente tracciabili.
Molti materiali a base vegetale, nati ad esempio da mais, amido di patate o bambù, sono progettati per essere biodegradabili o compostabili. Se un tempo non erano considerate abbastanza resistenti o performanti, oggi queste bioplastiche possono presentare sempre più spesso caratteristiche che le rendono idonee all’utilizzo in diversi settori, dal farmaceutico, al cosmetico, all’elettronica, ai materiali da costruzione.
- Imballaggi a base di funghi
Un’alternativa sostenibile e biodegradabile alla plastica arriva anche dal micelio, che è l’apparato radicale dei funghi. A partire da questa materia prima è infatti possibile creare un materiale denso e resistente: il substrato infuso di micelio può essere modellato in varie forme, creando design di imballaggio personalizzati per diversi prodotti.
A livello di performance, gli imballaggi a base di micelio sono leggeri ma allo stesso tempo robusti e resistenti. Possono ad esempio sostituire la schiuma per la protezione degli oggetti fragili durante il trasporto, e hanno anche ottime proprietà isolanti per il controllo della temperatura. Non è impossibile che nel futuro trovino applicazione sempre più frequentemente nella realizzazione di packaging per prodotti deperibili.
Il futuro è ancora nella plastica? La risposta a questa domanda, oggi, è complessa. La plastica è un materiale artificiale, e perché faccia parte della nostra quotidianità ancora per un lungo tempo è infatti necessario ripensarla e riavvicinarla alla natura.
Scegliere dei materiali a base naturale per i tuoi packaging e per le tue etichette è sempre più semplice, perché si sviluppano continuamente nuove tecnologie in grado di rendere più performanti anche, ad esempio, le bioplastiche nate dalla canna da zucchero.
Vorresti sapere se esiste già l’alternativa green al materiale plastico che usi da anni per le tue etichette e per il tuo packaging?
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